Ecco come avviene la messa a norma dell’impianto elettrico: tutti i requisiti da rispettare e necessari per mettere in sicurezza una installazione obsoleta.
Per messa a norma di un impianto elettrico, si intendono tutti quegli interventi da attuare su un impianto già esistente, al quale è doveroso effettuare delle modifiche, adatte a ripristinare i parametri minimi di sicurezza richiesta dalle vigenti normative. La messa a norma dell’impianto elettrico potrebbe innescare una catena di lavori che sostituiscono e integrano numerosi componenti già presenti nel sistema.
Ma questa attività di manutenzione non prevede e non necessita però il cambiamento dell’assetto dell’impianto stesso. Infatti la messa a norma non obbliga modifiche alle prese o agli interruttori, rimangono inoltre intatti anche i tubi e le canaline per il cablaggio dei fili e non viene prevista nessuna modifica muraria. Gli interventi su impianti elettrici già esistenti, possono essere svolti quindi all’interno di una manutenzione ordinaria, se le verifiche effettuate portano ad una messa a norma dell’impianto che rispetta i requisiti richiesti dalla norma CEI 64/8 aggiornata al 2011.
Grazie a questa normativa, vengono indicati i requisiti necessari che stabiliscono quando un impianto elettrico è sicuro e quindi messo a norma, evitando il rischio di mettere in pericolo le persone, sia nelle loro abitazioni che negli ambienti di lavoro.
La verifica degli impianti va eseguita da parte di personale tecnico e abilitato ad occuparsi di questi tipo di interventi, che dovrà poi certificare la conformità dell’impianto rinnovato e messo a norma.
I requisiti da rispettare per poter considerare un impianto elettrico nuovamente a norma, sono i seguenti:
- l’impianto deve essere dimensionato in potenza in base ai metri quadri dell’ambiente. Fino ai 75 metri quadri è necessario un contatore di 3kW, altrimenti si passa a un 6kW;
- la centralina del quadro elettrico deve disporre di almeno due interruttori differenziali, conosciuti come salvavita, che permettono il distacco immediato della corrente di fronte ad un guasto o ad un utilizzo improprio del sistema elettrico;
- deve esserci un interruttore generale che comanda tutto il contatore in un’unica funzione;
- l’alimentazione elettrica dedicata alle luci e quella dedicata agli elettrodomestici non deve essere collegata alla stessa unità;
- ogni linea inserita nel contatore avrà il suo interruttore;
- deve esserci una messa a terra per tutta la casa e un salvavita nella centralina madre;
- devono essere presenti protezioni, anche all’acqua e umidità, e coperchi per coprire fili e cavi che non devono essere a vista
- le prese elettriche devono poter supportare il giusto flusso energetico;
- gli interruttori varieranno a seconda della quantità di luci da accendere;
- necessarie le luci di emergenza, che si attivano nel momento in cui non dovesse funzionare l’impianto elettrico.
Le indicazioni sono riferite ad un impianto elettrico di tipo domestico, in quanto un impianto industriale prevede impostazioni più rigide su alcuni aspetti.
Potrebbe essere utile capire quando è veramente necessario effettuare la messa a norma di un impianto elettrico, scopriamolo nel prossimo paragrafo.
Messa a norma impianto elettrico: quando è necessaria?
Per chiarire ogni dubbio vediamo quando è necessaria la messa a norma dell’impianto elettrico. Ma procediamo con ordine in quanto, tramite il D.M. 37 aggiornato al 2008, vengono stabiliti e aggiornati dei limiti sugli impianti elettrici già esistenti, che risultano messi a norma se:
- il sistema elettrico è stato installato dall’anno 1990 in poi, seguendo le norme CEI vigenti nell’anno di costruzione. Con almeno eventuale dichiarazione DiRi, per impianti installati prima del 2008;
- gli edifici antecedenti al 1990 hanno impianti adeguati alle norme di sicurezza e di protezione e che presentano almeno un differenziale non superiore a 30mA;
- gli impianti elettrici realizzati dopo il 2008 devono avere in dotazione la dichiarazione DiCo, in caso contrario, non è possibile fare la dichiarazione di rispondenza DiRi.
Pertanto, se si dovesse comunque mettere mano ad uno degli impianti elettrici appena elencati, è evidente che la messa a norma dovrà rispettare le clausole e le normative vigenti in questo momento. Oltre alle caratteristiche tecniche elencate all’inizio, è obbligatorio che il tecnico abilitato alla messa a norma dell’impianto elettrico, dichiari la conformità dell’installazione, rilasciando i relativi documenti al termine dei lavori.
In generale possiamo dire con sicurezza che spesso le motivazioni che possono spingere ad effettuare una manutenzione sul proprio vecchio impianto elettrico, sono anche dovute dall’interesse di migliorare altresì le prestazioni e l’efficienza energetica del sistema installato. Valutando non solo un discorso di adeguamento di normativa sulla sicurezza, del tutto fondamentale, ma anche pensando ad un effettivo salto di qualità scegliendo impianti più innovativi e all’avanguardia. Ma in questo caso si dovrebbe valutare un rifacimento dell’impianto elettrico piuttosto che una “semplice” messa a norma.
Messa a norma vs rifacimento impianto elettrico: tutte le differenze
Vediamo come toglierci i dubbi tra messa a norma vs rifacimento impianto elettrico: tutte le differenze che permettono di fare una scelta consapevole.
Il salto tra una cosa e l’altra potrebbe essere breve, in quanto capita spesso che, di fronte ad un vecchio impianto elettrico, si evidenzino anomalie, guasti o malfunzionamenti che mettono a repentaglio tutto il sistema elettrico e si rende necessario un rifacimento più corposo rispetto ad una rimessa a norma dell’impianto.
Nel caso in cui per l’impianto elettrico sia sufficiente una manutenzione di messa a norma, risulta evidente che diventa un vantaggio dal punto di vista economico, perché meno costosa. Inoltre, se l’impianto da verificare e controllare è quello dell’abitazione in cui si vive, la gestione dei lavori è pressoché breve e non comporta particolari disagi.
Per contro è necessario fare una valutazione di tipo funzionale, in quanto dobbiamo comunque fare i conti con un impianto che non è più al passo coi tempi. Potrebbe rivelarsi altresì sottodimensionato o inadeguato alle esigenze dell’abitazione e delle persone che vivono all’interno. Che si aggiornano, cambiano e cercano sempre più soluzioni dinamiche e performanti, anche sugli impianti e dispositivi da utilizzare in casa.
Ma una messa a norma di un impianto elettrico potrebbe bastare per appartamenti da dare in affitto, rendendoli sicuri con una spesa ridotta e in tempi pressoché brevi.
Un’ottima soluzione potrebbe essere quella di rivolgersi per esempio ai nostri professionisti specializzati: tramite un sopralluogo e una verifica approfondita della situazione dell’impianto e delle esigenze emerse, fanno una valutazione concreta di ciò che si rende necessario effettuare su un impianto non più a norma.
Il rifacimento dell’impianto elettrico è solitamente preso seriamente in considerazione quando c’è in corso una ristrutturazione con annesse demolizioni e nuove costruzioni. In questo caso rifare a nuovo l’impianto è la soluzione più ovvia da mettere in pratica, soprattutto per poter valutare così degli impianti di nuova generazione che possano garantire efficienza e prestazioni di notevole effetto.
In questo caso, la manutenzione dedicata al rifacimento di un impianto elettrico sarà certamente più esosa e comporterà il susseguirsi di interventi che metteranno ovviamente sottosopra l’abitazione. Nel caso in cui ci fosse l’interesse di effettuare delle modifiche tali per cui l’edificio in questione può essere riqualificato energeticamente, ci si potrebbe avvalere delle agevolazioni fiscali, nate per incentivare questi lavori di manutenzione straordinaria.